Moda e Mediterraneo all’Hotel Brufani per la “Sina Chef’s Cup Contest”

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Ha ottenuto un punteggio di 96 su 100 la coppia di chef composta da Antonio Andreozzi del ristorante 1Q84 di Villaricca (Na) e Giuseppe Di Iorio del ristorante Aroma di Roma che si è esibita all’hotel Brufani di Perugia per la seconda tappa della quinta edizione della Sina chefs’ cup contest, la competizione nazionale della prestigiosa catena alberghiera, dedicata a coppie di chef che ha proposto quest’anno il tema della moda. ‘Catalana di scampi pop’, ispirata a Dolce&Gabbana, con particolare riferimento alla sfilata di Napoli, il piatto di Andreozzi, ‘Medaglioni di astice arrosto su guazzetto di acqua di pomodoro, basilico fritto e gocce di olio d’oliva’, quello di Di Iorio che ha preso ispirazione dalla linea di cravatte Sette pieghe di Damiano Presta, la cui storia inizia nel borgo calabrese di Torano Castello (Cs).

“Abbiamo reinterpretato un piatto mediterraneo – ha spiegato Andreozzi –, composto da una tartare di scampi con salsa all’arancia, gel di limone, pomodoro e una chips ai peperoni. Il tema della moda è molto interessante perché dà la possibilità di ispirare al meglio tutti gli chef”.

“La cucina e la moda sono due ambiti che vanno di pari passo – ha aggiunto Di Iorio – tanto è vero che in questo evento a Perugia ho presentato la mia linea di cravatte, caratterizzata come tutti i miei piatti compreso questo, da tre ingredienti che non possono mai mancare nella mia cucina, il pomodoro Pachino, il basilico e l’olio d’oliva”.

A giudicare le creazioni degli chef un team di esperti composto da Marilena Badolato, critico enogastronomico e membro dell’Accademia della cucina italiana, Angelo Valentini, enologo, enobibliofilo e oxologo, Rocco Ragni, fondatore di Rocco Ragni cashmere.

“Con la fantasia – ha spiegato Valentini –, siamo dovuti entrare nella filosofia degli chef. In cucina non ci sono confini e regole, secondo me. Stasera c’è stato da sbizzarrirsi sul tema delle cravatte Sette pieghe di Damiano Presta e delle sfilate di Dolce&Gabbana. La moda italiana nel mondo è la numero uno e così la cucina italiana”.

Il tema è molto “stimolante” per Badolato che ha individuato tre termini comuni al mondo della moda e a quello del cibo: il reale, l’immaginario e il simbolico.

“La moda e il cibo – ha aggiunto Badolato – hanno un linguaggio comune, fanno parte di un modo di comunicare se stessi nel mondo. C’è sempre la ricerca di un consenso soprattutto sociale. I piatti di stasera sono importanti perché collegati a Dolce&Gabbana, il brand folk della Sicilia nel piatto e della mediterraneità, e a una novità, le cravatte Sette pieghe che ci riportano alle sette fatiche e quindi all’ambiente della Calabria che ha dovuto faticare molto per emergere”.

Il menù è stato poi completato dalla cucina del ristorante Collins dell’hotel Brufani con un primo piatto di ravioli ripieni ‘Scrigno di fagiolina del Lago con humus di ceci e fili di cashmere’ e il dolce ‘I tre re da 1924 ad oggi… nel bosco incantato’ dedicato ai cioccolatini Perugina. A fare gli onori di casa e accogliere i circa 70 ospiti della serata, Matilde Bocca e Stefano Chiesa, rispettivamente proprietaria e direttore dell’hotel Brufani.

“Siamo molto fieri di questo evento – ha dichiarato la signora Bocca – che si ripete da cinque anni nei dieci alberghi del gruppo Sina. Ci teniamo per tutte le persone che sono qui, per le città in cui si svolge e per noi, perché siamo contenti di abbinare il nome dei nostri alberghi a quelli di questi grandi chef”.

“La chefs’cup – ha aggiunto Chiesa – è diventata una consuetudine. È una delle iniziative che il nostro albergo fa per promuovere anche la città. Mi fa piacere che negli anni abbiamo avuto sempre più riscontro anche di ospiti che da fuori vengono appositamente per la serata”.