Le noci a sostegno delle prevenzione cardiovascolare e oncologica

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Le noci a sostegno delle prevenzione cardiovascolare e oncologica. Il consumo migliora il profilo lipidemico e modifica la composizione del microbiota intestinale

   

Il tratto gastrointestinale umano rappresenta una delle comunità microbiche più densamente popolate sulla terra. Contiene un numero di cellule microbiche quante sono le cellule del corpo umano e 150 volte più geni batterici rispetto al genoma umano. Tra gli adulti sani, l’intestino crasso contiene la comunità più densa di microrganismi, contenente fino a 1011 cellule microbiche / g di contenuto colonico. Il contributo benefico di questi microbi comprende il recupero dell’energia attraverso la metabolizzazione di fibre alimentari non digeribili per la produzione di butirrato, un metabolita preferenziale per i colonociti. Tuttavia, il microbiota gastrointestinale può anche contribuire ad effetti deleteri, come l’infiammazione gastrointestinale e sistemica e lo sviluppo di malattie non trasmissibili, tra cui obesità, malattie cardiovascolari e il cancro.

I dati epidemiologici suggeriscono che un modello di dieta occidentale, ricco di grassi saturi e zuccheri semplici e privo di una quantità apprezzabile di fibre alimentari, è associato ad un aumentato rischio di obesità, malattie cardiovascolari e cancro del colon-retto e del fegato. In alternativa, le diete ricche di frutta a guscio, una fonte di fibre alimentari e acidi grassi insaturi, sono associate a un ridotto rischio di mortalità generale e causata da cancro e malattie cardiache. I modelli alimentari abituali contribuiscono alla composizione e alla funzione del microbioma intestinale (insieme dei microrganismi che popolano il tratto intestinale). È importante sottolineare che i cambiamenti a breve termine nella dieta possono alterare il microbioma: il passaggio da una dieta vegetariana a una dieta ricca di grassi saturi e carni modifica i profili microbici fecali, riduce le concentrazioni di butirrato fecale e aumenta la secrezione di acido biliare negli adulti sani.

In uno studio condotto per esaminare l’impatto del consumo di noci sul microbiota fecale umano, sui metaboliti batterici e sulla salute metabolica è emerso che il consumo di noci ha influenzato la composizione e la funzione del microbiota gastrointestinale umano, aumentando l’abbondanza relativa delle specie Firmicutes, nei cluster Clostridium producenti butirrato XIVa e IV, tra cui Faecalibacterium e Roseburia, e riducendo gli acidi biliari secondari proinfiammatori e il colesterolo LDL.

Gli autori hanno confrontato, in un gruppo di uomini e donne adulti e sani, di età compresa tra 50 e 55 anni, gli effetti del consumo di 42 g di gherigli di noce al giorno per tre settimane, rispetto a tre settimane di un’alimentazione simile per apporto calorico, ma priva di noci. L’assunzione di questa frutta oleaginosa (ricca in fibra, polifenoli e acidi grassi polinsaturi) ha modificato la composizione del microbiota intestinale, aumentando la presenza dei ceppi batterici che sintetizzano butirrato, molecola ad azione trofica sulla parete del colon. Dai risultati è emerso che la modificazione del microbiota indotta dal consumo di noci ha ridotto la formazione di acidi biliari secondari (- 25% per l’acido deossicolico e – 45% per l’acido litocolico), ad azione proinfiammatoria, e dotati di un effetto negativo sul rischio di carcinoma del colon.

Questa frutta a guscio, tra l’altro, apporta acido ellagico che, metabolizzato dal microbiota, si trasforma in urolitina, ad azione antinfiammatoria.

Questi risultati suggeriscono che il microbiota gastrointestinale può contribuire ai meccanismi alla base degli effetti benefici sulla salute del consumo di noci.

In conclusione, si confermano gli effetti positivi esercitati dal consumo quotidiano di noci nella prevenzione cardiovascolare e oncologica.

Dr.ssa Federica Rondoni