La celiachia ha scoperto di avere una sorella: la “Gluten Sensitivity”

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La celiachia ha scoperto di avere una sorella: la “Gluten Sensitivity”. Lo spettro dei disordini correlati al glutine si è arricchito negli ultimi tempi di una nuova condizione morbosa

   

Lo spettro dei disordini correlati al glutine si è arricchito negli ultimi tempi di una nuova condizione morbosa definita “Gluten Sensitivity” o “Sensibilità al Glutine”, la quale va ad aggiungersi alla celiachia ed all’allergia al grano, conosciute da tempo.

Il consumo di alimenti contenenti glutine può causare l’insorgenza una varietà di disordini che vengono classificati sulla base del meccanismo patologico che li sostiene e comprendono la malattia celiaca, l’allergia al grano e la sensibilità al glutine (Gluten Sensitivity), determinato rispettivamente da un processo autoimmune, allergico (IgE o non-IgE mediato) e non determinato.

Il glutine rappresenta la frazione proteica principale del frumento e di altri cereali (orzo, segale, farro, kamut). Non esiste come composto naturale ma si forma quando la farina viene impastata con acqua: alcune proteine (gliadina e glutenine) si organizzano in un reticolo tridimensionale che conferisce elasticità e resistenza all’estensione dell’impasto (pane, pasta e prodotti da forno). L’elevata diffusione di tali colture di cereali nelle abitudini alimentari dei paesi occidentali rende conto della potenziale rilevanza dei disturbi correlati al loro consumo.

La malattia celiaca è un disordine sistemico, autoimmune, che coinvolge il piccolo intestino mediante una risposta sistemica innescata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Clinicamente si può presentare in modo molto variabile, dal quadro classico (diarrea cronica, calo ponderale, deficit di nutrienti, ritardo di crescita), alla presenza di sintomi atipici (dolore addominale, alterazione dell’alvo, anemia, ipertransaminasemia, alterazione del metabolismo osseo), fino all’assenza di sintomi. Nella popolazione adulta l’iter diagnostico si basa su una valutazione comprensiva del quadro clinico, dei dati sierologici e dell’esame istologico duodenale (sottoponendosi ad esofagogastroduodenoscopia) e deve essere eseguito in corso di dieta contenente glutine. Per ciò che riguarda gli esami sierologici il test di prima scelta è la ricerca degli anticorpi antitransglutaminasi di classe IgA (sensibilità e specificità del 98%) insieme al dosaggio delle IgA totali. L’esecuzione della gastroscopia con biopsie duodenali (multiple, almeno 4-6) deve essere considerata in caso di positività sierologica e, indipendentemente da questa, in presenza di sindrome da malassorbimento o se c’è una familiarità con rischio di malattia superiore al 5%. Le biopsie duodenali consentono di evidenziare le caratteristiche istologiche della patologia (atrofia dei villi, iperplasia criptica, linfocitosi intraepiteliale). La tipizzazione genetica si valuta analizzando i geni siti nella regione HLA (DQ2 e DQ8) e ha un elevato valore predittivo negativo, essendo utile ad escludere l’ipotesi di malattia in casi equivoci (ad esempio qualora il quadro istologico non sia dirimente o il paziente abbia già avviato una dieta senza glutine).

La sensibilità al glutine, non celiaca non allergica, (Non Celiac Gluten Sensitivity, NCGS) è una sindrome caratterizzata da sintomi intestinali ed extraintestinali correlati all’ingestione di alimenti contenenti glutine, in soggetti che non sono risultati affetti da celiachia e da allergia al grano (diagnosi con prick e patch test e dosaggio delle IgE specifiche ). La NCGS è più frequente nel sesso femminile e nei familiari di I grado dei soggetti affetti da celiachia. I sintomi intestinali più frequenti sono dolore addominale, meteorismo, alterazioni dell’alvo. Spesso associati a sintomi neurologici come: confusione, cefalea, disturbi dell’umore. Per fare diagnosi di NCGS bisogna quindi escludere la patologia glutine-correlata autoimmune e la patologia allergica. Per la diagnosi di NCGS non sono disponibili biomarkers sierologici, genetico e/o istologici, quindi diventa una diagnosi di esclusione. La Gluten Sensitivity non presenta, a differenza della Malattia Celiaca, alterazioni della permeabilità intestinale (i villi intestinali sono normoconformati, assenza di iperplasia delle cripte, linfociti intraepiteliali nella norma) e alla base del meccanismo patogenetico c’è un’alterazione dell’immunità innata.

Concludendo si può semplificare dicendo che Gluten Sensitivity e Malattia Celiaca possono essere viste come due sorelle con caratteristiche comuni, ma con sostanziali differenze che le distinguono l’una dall’altra. E’ fondamentale quindi fare una diagnosi corretta per iniziare, in entrambi i casi, prima possibile, una dieta priva di glutine.

Dr.ssa Federica Rondoni