Il Gubbio DOC Fest è diventato grande

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Si è chiusa nel segno della valorizzazione delle eccellenze paesaggistiche ed enogastronomiche del territorio, con la passeggiata mattutina sul Condotto Medioevale e la cena agli Arconi con prodotti dell’Appennino, domenica 6 agosto, l’edizione 2017 del Gubbio DOC Fest. Quattro giorni di musica, approfondimenti e mostre per una kermesse che ha fatto della multidisciplinarietà e dell’incontro tra le diverse arti il proprio punto di forza, tanto da confermarsi come uno degli eventi di punta dell’estate umbra.

“Anche quest’anno – sottolinea Luca Belardi, presidente dell’associazione Insieme, che organizza il DOC Fest – le iniziative proposte hanno avuto un positivo apprezzamento per la loro qualità e varietà”.

Dal punto di vista musicale, con i concerti degli Afterhours, dei Fask, di Enrico Ruggeri e Decibel, e con lo spettacolo di Andrea Scanzi insieme a Filippo Graziani,

“l’offerta era ampia e adatta a diversi gusti. Ruggeri – interviene Tommaso Bastiani dell’associazione Insieme – è parte importante della storia della musica italiana, ed ha trasmesso intense emozioni. Come anche Scanzi e Filippo Graziani, che con grande efficacia hanno saputo evidenziare l’unicità personale e artistica di Ivan Graziani. E poi i Fask e gli Afterhours, punti di riferimento del rock italiano: con questo programma il DOC Fest ha ormai assunto una dimensione che va oltre quella locale”.

Elemento, questo, confermato anche dalla presenza – soprattutto la sera di sabato 5 agosto, per gli Afterhours – di tanta gente da fuori città,

“come è accaduto anche gli altri anni con i concerti dei Negrita e di De Gregori”

, precisa Letizia Bonci, dell’associazione Insieme.

“L’Umbria e Gubbio – prosegue Bonci – hanno dovuto registrare quest’anno, specie nel mese di agosto, una marcata flessione del turismo, dovuta a fattori ben noti ai quali si è unita anche un’ondata di caldo senza precedenti. Il DOC Fest conserva, in questo difficile contesto la sua capacità attrattiva, e conferma che Gubbio ha bisogno di puntare su eventi di alta qualità per porsi al centro dell’attenzione e attrarre flussi turistici”.

Musica ma non solo, anche quest’anno al DOC Fest. Ecco che tra gli appuntamenti più partecipati ci sono stati i momenti convegnistici dedicati all’Appennino e alla Serra di Burano, di cui dal Gubbio DOC Fest si vuole lanciare la candidatura per l’iscrizione nel Registro Nazionale del Paesaggio Rurale Storico.

È stata una grande scommessa l’inserimento del filone DOC Natura – spiega Bruno Ronchi, professore dell’Università della Tuscia – e il risultato è stato lusinghiero. Abbiamo messo al centro l’Appennino con i suoi territori, le sue bellezze, i suoi prodotti, declinati sotto diversi profili: le due mostre fotografiche dedicate al Parco dei Monti sibillini e alle Serra di Burano, la convegnistica di approfondimento del temi legati all’Appennino “vivo” e al territorio del buranese, la mostra mercato con le eccellenze del territorio, utilizzate per la cena-degustazione finale. Con il giusto approccio la cultura può essere coniugata anche in momenti di divertimento, con successo, come dimostrato dalle presenze alle iniziative”.

Ora, archiviata questa edizione,

“l’obiettivo è continuare a lavorare per far crescere i nostri giovani e la nostra città. Questa – conclude Mario Monacelli, dell’associazione Insieme – è l’ispirazione di fondo del DOC Fest, dalla quale nascono le sinergie con l’amministrazione comunale e i vari soggetti, vecchi e nuovi, che lo sostengono: Università dei Muratori, Club Alpino Italiano, AIS, GR Eventi, Accademia della Cucina e, da quest’anno, la Cia, fondamentale per la conoscenza e il contatto diretto con i produttori delle eccellenze agroalimentari del territorio.Vorremmo che i rapporti con altre iniziative che ci sono vicine, come il Gubbstock, si intensifichino, così come vorremmo che la città e in particolare i suoi operatori economici scommettano in modo convinto e fattivo sul DOC Fest, che è e deve diventare sempre di più un patrimonio comune. La complessità raggiunta, che oggi è sostanzialmente sostenuta dall’associazione Insieme, richiede probabilmente un’implementazione organizzativa”.