Gualdo Tadino, al Teatro Don Bosco si conclude la Stagione di Prosa

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Gualdo Tadino, al Teatro Don Bosco si conclude la Stagione di Prosa

Gualdo Tadino, al Teatro Don Bosco si conclude la Stagione di Prosa. L’ultimo appuntamento è per martedì 20 marzo con la “Bisbetica Domata” di Shakespeare.

   

La Stagione di Prosa a Gualdo Tadino si chiude al Teatro Don Bosco, martedì 20 marzo, alle 21, con l’indimenticabile opera di Shakespeare LA BISBETICA DOMATA che Francesco Niccolini ha riscritto lavorando “in rima” e Tonio De Nitto ha messo in scena firmando una regia intelligente e insolita. Con un gruppo di eccellenti attori, Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Franco Ferrante, Antonio Guadalupi, Filippo Paolasini, Luca Pastore, e Fabio Tinella, il pubblico potrà rivivere le celebri vicende di Petruccio e Caterina, in uno spettacolo corale e visionario dove la musica e la rima concorrono a restituirci una sorta di opera buffa, caustica e comicamente nera.

Caterina l’inadeguata, la non allineata è considerata pazza. Dietro di lei, spigolosa ma pura e vera, un mondo di mercimoni, di padri calcolatori, di figlie in vendita, di capricci lontani dall’amore, di burattinai e burattini non destinati a vivere l’amore, ma a contrattualizzarlo. La nostra Caterina non sta a questo gioco e come in una fiaba aspetta, pur non mostrando di volerlo, un liberatore, un nuovo inizio che suo malgrado potrà costarle molto più di quanto immagini. Ed ecco che la commedia si fa favola nera, grottesca, più contemporanea forse, nel cinico addomesticamento che non è molto diverso dallo spietato soccombere.

“Caterina non si adegua. – dice Niccolini – Dice la verità. Dunque è pazza. Allora, io e Tonio De Nitto decidiamo di stare dalla parte di Caterina. Anche se è antipatica, anche se è manesca e sboccata. Ma divertente, e involontariamente un po’ infantile. La scena chiave, e involontaria confessione, è quando Caterina lega la sorella e picchia questa finta madonnina infilzata per farle dire chi è l’uomo che vorrebbe sposare: adolescenziale, svalvolata e romantica Caterina, altro che bisbetica. Sogna un mondo in cui ci si sposa per amore e non come una vacca data per l’accoppiamento dal padre padrone. E lo dice, ci prova, urla la sua rabbia contro il padre, e pure contro la sorella che piange e non reagisce. Nella sua ingenuità trasparente, Caterina sbaglia con Bianca: perché la sorellina ha capito tutto, ha compreso che può diventare burattinaia ma solo se finge di stare alle regole del gioco. Bianca decide, e sposa chi le pare, ha fortuna e al tempo stesso sfrutta umori e buoi dei paesi suoi. Invece Caterina vorrebbe riscrivere le regole, dire di no al padre e allo sposo canaglia, costi quello che costi. E – inevitabilmente – gliela fanno pagare.”