Citerna: le opere di Natino Chirico in un percorso dell’arte e dell’anima

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Natino Chirico torna a esporre in Umbria, questa volta a Citerna, a circa un anno dalle sue ultime due mostre a Spoleto e Montefalco. ‘Il mio cammino passa per Citerna, percorsi dell’arte e dell’anima’ il titolo dell’esposizione a sottolineare il valore non solo artistico ma anche personale di questa presenza. È profondo e longevo infatti il legame dell’artista con il borgo alto tiberino in cui per oltre 40 anni ha vissuto ed è stata abbadessa del monastero delle monache benedettine Ildegarde Sutto, zia acquisita di Chirico che ha rappresentato per lui una guida e un punto di riferimento nella crescita personale e spirituale. Circa 40 le opere che fino a domenica 18 giugno si possono visitare nella suggestiva e recentemente restaurata sala ‘Gli ammassi’ del palazzo comunale, legate alla mai esaurita produzione dedicata al cinema, ma anche alle figure degli animali e delle città moderne. Degli ultimi lavori, anche questi in mostra, sono poi protagoniste le forme, la sfera, il cerchio, la croce o l’uovo, simboli di valori universali che attraversano l’arte e la personalità del pittore, la bellezza, la positività, il coraggio e la spiritualità. Centrale poi il soggetto del tuffatore che ritorna nei lavori di Chirico e che in questo caso diventa icona della mostra e simbolo del coraggio con cui l’artista affronta e invita ad affrontare la vita. Il modo di utilizzare i colori e i materiali rendono unica e riconoscibile l’arte di Chirico, reggino di nascita, che da anni vive tra Roma e l’Umbria ed espone nelle principali città italiane ma anche all’estero. La mostra, allestita su invito della stessa amministrazione comunale di Citerna, è visitabile nei fine settimana, il venerdì dalle 15 alle 19, il sabato e la domenica dalle 9 alle 19.

“Citerna – ha rivelato l’artista – è il posto in cui sono andato a curare qualche piccolo problema dell’anima, a cui sono veramente legato. Quando mi è stato chiesto se volevo fare questa personale, che per me è qualcosa di più, non ho avuto esitazioni. È un’esperienza che mi dà occasione di guardarmi dentro ma che nasce soprattutto da un profondo senso di gratitudine verso madre Ildegarde, una donna che ho amato e a cui devo molte cose. Questa mostra la dedico a lei e a chi ha voglia di crescere come me”.