Acque reflue urbane: Italia condannata dall’UE, ma l’Umbria è in regola

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Acque reflue urbane: Italia condannata dall’UE, ma l’Umbria è in regola. Precisazione da parte dell’Assessore regionale Cecchini rispetto alla decisione della Corte di Giustizia

“L’Umbria è fra le Regioni in regola per quanto riguarda il rispetto delle norme comunitarie e nazionali sul trattamento delle acque reflue urbane, grazie agli importanti investimenti fatti per la rete fognaria e i sistemi di depurazione, e con l’aggiornamento del Piano di tutela delle acque garantiremo anche una qualità più elevata rispetto a quanto previsto dalle direttive, a beneficio della salute dei cittadini e dell’ambiente”.

   

È quanto afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Fernanda Cecchini, commentando la notizia della condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia europea per il mancato rispetto delle norme UE sul trattamento delle acque reflue urbane.

La condanna dell’Italia

“è intervenuta – precisa innanzitutto l’assessore – dopo diversi giudizi e ricorsi su una vecchia procedura di infrazione con sentenza di condanna che è riferita, difformemente da quanto sostenuto in organi di stampa e da alcune associazioni ambientaliste, a poche Regioni italiane che non rispettavano livelli di depurazione adeguata a determinati corpi idrici (Aree Sensibili) come previsto dalla Direttiva 91/271/CEE. Tra queste Regioni – sottolinea – non c’è assolutamente l’Umbria!”.

“Se vogliamo parlare della situazione umbra – dice – teniamo a sottolineare come la problematica dell’adeguato trattamento delle acque reflue urbane sia stato sempre l’obiettivo della Regione. Grazie al continuo rapporto con il Ministero dell’Ambiente ed agli investimenti fatti, tutte le problematiche circa la mancanza o scarsa efficienza dei sistemi fognari e dei sistemi depurativi sono state affrontate e risolte”.

“Già a partire dal 2004 – ricorda – con la stipula di un Accordo di Programma Quadro con i Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, sono individuati e finanziati i primi interventi infrastrutturali. Gli investimenti e gli interventi sono proseguiti negli anni, fino all’ultimo programma finanziario Par Fsc 2007/2013, i cui interventi sono stati ultimati o in ultimazione nel 2018; il complesso degli investimenti pubblici ha superato la soglia dei 100 milioni di euro”.

“Abbiamo così rimosso tutte le problematiche – prosegue – che erano state segnalate nei successivi ‘casi EU-Pilot’ avviati nei confronti dell’Italia, alcuni di questi sfociati poi in una vera e propria procedura di infrazione ancora senza però alcuna condanna”.

“La Regione Umbria – rileva – è quindi uscita da qualsiasi criticità riguardante le reti fognarie e i sistemi depurativi degli agglomerati di dimensione superiore a 2000 Abitanti Equivalenti, che sono gli agglomerati soggetti alla Direttiva 91/271/CEE, e dunque siamo pienamente in regola con le norme comunitarie e statali per tutti gli agglomerati “sotto osservazione” dall’Unione Europea”.

“Inoltre, con l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque 2016/2021 – conclude l’assessore Cecchini – l’Umbria prevede il mantenimento del livello depurativo attuale ed un ambizioso piano di interventi anche in quelle piccole realtà locali, i cosiddetti agglomerati sotto soglia, in modo da fornire un grado di depurazione ben più elevato di quello richiesto dalla Direttiva 91/271/CEE”.